IL SEMINARIO DI SORA



CENNI STORICI[1]

L’istituzione del Seminario di Sora risale al 7 giugno 1565 ad opera del Vescovo Tommaso Gigli. Tale data è desumibile da un documento, che fa parte di una serie di Atti, conservato nell’Archivio della Curia, che dice testualmente:
Anno a nativitate Domini millesimo quingentesimo quinto, die septima mensis iunii, pontificatus SS.mi in Christo Patris Domini nostri D. Pii Divina provvidentia Papae quarti anno sexto. Datum Sorae in nostro episcopali palatio.

Il documento vescovile parla di un “Collegio Seminario” (“Collegii/seminarii”), che alla data su indicata risultava «già da tempo» (“pridem”) fondato. Il che significa che il pio istituto fu eretto pochi mesi dopo il decreto «cum adolescentium» del 15 luglio 1563 con il quale il concilio di Trento sanciva l’istituzione nelle diocesi di un “seminario permanente” (“perpetuumSeminarium”), che accogliesse i giovani aspiranti al sacerdozio.

Considerando che il Concilio di Trento abbia discusso e approvato all’unanimità dei Vescovi il decreto sui seminari “Cum adolescentium aetas” nella XXIII sessione del 15 luglio 1563, con cui chiedeva alle diocesi l’apertura del Seminario – chiamato a configurarsi come una sorta di perenne vivaio vocazionale[2] – possiamo affermare che il Seminario di Sora è tra i primi ad essere stato istituito in Italia. Lo stesso Vescovo Gigli, insieme al Vescovo di Aquino Adriano Fusconi, fu presente all’ultima fase del Concilio di Trento e sottoscrisse il Decreto di erezione dei seminari.

Alla fondazione Seminario, per volere del Vescovo che fu trasferito nel 1577 alla Sede Arcivescovile di Piacenza, venivano uniti benefici, rendite e proventi di alcune Chiese della Diocesi, tra i quali il grande patrimonio fondiario della Chiesa di S. Maria di Canneto in Settefrati, unito alla pia opera l’8 giugno 1569, che per gli amministratori dell’Istituto rimase la fonte principale di redditi per ben tre secoli fino alle confische dei beni ecclesiastici del 1868.

Fino al 1616 il Seminario non ebbe un fabbricato proprio e i seminaristi, fino a questa data, furono alloggiati in un’ala del palazzo vescovile. I diversi Vescovi succeduti al Gigli si prodigarono affinché il Seminario di Sora avesse una propria struttura, ma fu soltanto nel 1614 sotto l’episcopato di Girolamo Giovannelli che incominciarono i lavori di costruzione. La costruzione fu ultimata nel settembre del 1618 “per la diligente premura e la solerte attenzione del Vescovo Giovannelli e lo zelo dei “deputati” del Seminario[3]. Nell’Atto, rogato dal notaio sorano Tommaso De Masi, sono determinati i confini del Seminario di Sora che iniziava così ad avere una vita indipendente.

Diversi terremoti costrinsero i vescovi a restaurare e risistemare il Seminario. In Particolare, nel 1688 un forte terremoto fece crollare il Seminario e con esso alcuni locali della Curia e del Palazzo vescovile. Tommaso Guzoni, Vescovo del tempo, il 3 agosto del 1690 diede inizio ai lavori di rifacimento dello stabile che tornò ad espletare le sue funzioni con l’anno scolastico 1693-1694.

Stando agli scavi di rifacimento del 1950, sembra che il Seminario abbia subìto tanti rifacimenti, aggiunte e adattamenti in epoche successive. Da uno scritto del 1874 ad opera del Rettore del Seminario don Simone Lanna si rileva che nel 1700 “il locale per uso seminario sul principio compone vasi di tre stanze nel primo piano: la prima per uso refettorio, la seconda per cucina, la terza per dispensa. Nel secondo piano vi era una sala, una camera grande, una camera ordinaria; appresso un’altra per l’archivio. Al lato di questa vi si aggiunse altro fabbricato con tre camere. A pian terreno vi era la cantina, come vi è tutt’ora [1874], con grotta, pozzo e cortiletto. Aveva due entrate: la prima, grande, corrispondente alla Piazza di Santa Maria, l’altra al cortile del vescovado, ove trovavasi il giardino per i seminaristi, che dal campanile della Cattedrale confinava colla Cancelleria e col Seminario”[4].

A partire dalla seconda metà del Settecento il Seminario aprì le sue porte non solo a convittori e seminaristi, ma anche ad alunni esterni iscritti regolarmente all’Istituto. Per tutto l’Ottocento fino a pochi anni prima del terremoto del 1915 il Seminario, nella buona e nella cattiva sorte, nei periodi di splendore come in quelli di decadenza, costituì la speranza di tante belle intelligenze che poterono curare la prima preparazione culturale e diventare, passando poi alle Università di Roma e di Napoli, qualificati professionisti. Anche se non era questa la funzione iniziale voluta dalla Chiesa per i Seminari, è importante far risaltare questo contributo culturale offerto alle persone del territorio sorano e alla educazione responsabile della vita.

Nei primi mesi del 1861 le truppe piemontesi occuparono il Seminario che rimase chiuso fino al 1865. Da questa data il Seminario fu trasformato in ospedale militare e i seminaristi poterono riprendere il cammino di formazione relegati in un angolo dell’episcopio. Nel 1872 il Seminario riaprì le sue strutture ai seminaristi e il vescovo Paolo De Niquesa si dedicò con coraggio alla ristrutturazione dello stabile, tanto che l’anno seguente riprese a funzionare regolarmente.

Durante l’episcopato di Raffaele Sirolli il Seminario attraversò un periodo di particolare splendore divenendo un centro di propulsione culturale filosofica e teologica, oltre che di sani principi morali, religiosi e sociali. Inoltre, il Seminario ospitava nei suoi locali una Scuola Tecnica aperta ai ragazzi della città, tale che essa costituì l’unica scuola cittadina.

Anche Mons. Iannotta diede un forte impulso all’opera educativa del Seminario e ne difese la permanenza del Corso di Filosofia nonostante l’apertura dei Seminari regionali e del Liceo. Purtroppo il terremoto del 13 gennaio 1915 cadeva in frantumi il lavoro compiuto attraverso lunghi anni di sacrifici e passione. Lo stesso Iannotta si adoperò per ottenere i fondi previsti dalla Legge per gli Enti colpiti dal sisma. Nell’ottobre dello stesso anno il Seminario era in grado di riprendere il suo cammino. Alle difficili condizioni umane e alla scarsità delle vocazioni aveva contribuito la Prima Guerra mondiale e dal 24 maggio del 1915 i seminaristi più grandi erano stati richiamati alle armi. Dopo il 1918 il Seminario di Sora, sotto la cura illuminata di Mons. Iannotta, prese a rivivere e ripopolarsi: rivisse un momento florido e positivo.

Con il Vescovo Mancinelli si posero le basi per un rinnovamento del fabbricato del Seminario in quanto gli ingegneri avevano scoperto una serie di strutture e sovrastrutture che erano rischiose per l’incolumità delle persone. La sua promozione alla sede di Benevento non gli permisero di portare aventi l’opera che spettò al successore Mons. Fontevecchia. Ma la Seconda Guerra Mondiale blocco i progressi già fatti e il Seminario rimase chiuso fino al maggio 1944 in quanto fu sede delle truppe tedesche, che si ritirarono solo dopo la rottura del fronte di Cassino.

Dopo la Guerra Mons. Fontevecchia si adoperò per ottenere i contributi concessi dallo Stato per le riparazioni e la riapertura del Seminario. Ma Provvidenza volle che lasciasse l’opera e passasse il testimone al Vescovo Biagio Musto. Il lavoro che lo aspettava non era dei più semplici poiché i fondi stanziati dallo Stato. A distanza di decenni, non erano più sufficienti; in più bisognava andare a sanare anche quanto già ricostruito dopo il terremoto del 1915.

L’opera di Mons. Musto fu lodevole ed encomiabile. Chiese e ottenne ai rispettivi organi la possibilità di annettere i benefici e fondi destinati al Palazzo Vescovile di Roccasecca (donato nel 1750 dal principe Boncopagni) danneggiato gravemente, anch’esso, dal terremoto del ’15. Quanto realizzato è in gran parte ancora sotto i nostri occhi. Alla presenza dei Vescovi delle Diocesi limitrofe, delle Autorità Civili e militari, del Clero e del popolo di Dio il Seminario, che da data immemorabile è dedicato all’Immacolata Concezione, fu inaugurato l’11 febbraio 1957, data che coincide con l’anniversario della prima apparizione della Madonna a Lourdes.

In tempi più recenti, ultimi lavori significativi di ristrutturazione e riadattamento dei locali interni, con la costituzione di una Casa del Clero e la trasformazione delle Camerate e delle ex-aule scolastiche in stanze confortevoli e accoglienti con bagno interno, sono stati realizzati tra il 1995 e il 1997 durante l’episcopato di Mons. Brandolini.

Oggi il Seminario diocesano, forte della sua esperienza plurisecolare, docile ai suggerimenti dei suoi vescovi e sospinto dalla forza, dall’entusiasmo e dalla preghiera di Mons. Gerardo Antonazzo, continua la sua nobile opera di “formazione umana, culturale e spirituale di adolescenti e giovani, proponendosi come Centro di discernimento e orientamento vocazionale in cui i giovani possano vivere di ‘a tu per tu’ con Dio e con se stessi per cogliere la vocazione che portano nel cuore”.

In vista anche della prossima fausta ricorrenza del 450° anniversario della sua fondazione (1565-2015), tutti, sacerdoti e laici, uniti ai suoi superiori in un clima di fraterna solidarietà e di fattiva collaborazione, invochiamo sul benemerito Istituto l’assistenza ed ogni grazia del Signore, perché possa raccogliere altri frutti spirituali e raggiungere altri traguardi di vita, di storia e di attività educativa, sotto lo sguardo materno della Vergine Immacolata, sua titolare e patrona.


[1] Le informazioni che riportiamo sono desunte dal testo: Gaetano Squilla, Il seminario di Sora. Dalle origini ai nostri giorni (1565-1957), Uberti&Pisani, Sora 1957. A quest’opera rimandiamo totalmente.
[2] «Hoc collegium Dei ministrorum perpetuum seminarium sit». Concilio di Trento, Decreto di riforma, Sessione XXIII, Canone 18, in G. Alberigo et Al. (edd.), Conciliorum Oecumenicorum Decreta (COD), EDB, Bologna 2002, 751.
[3] Archivio Curia Vescovile, Brogliardo Giovannelli 1612, 265.
[4] Don Simone Lanna, Relazione del Semianrio, 27-02-1874, in Archivio Vescovile.